sabato 18 maggio 2013

Salone di Torino: Scrittori e Piazzisti.

Il Salone del libro è una grande Fiera che ha un solo merito: il rilancio di una grossa struttura dismessa, dopo il tramonto della Fiat, che a Torino portò a lavorare talmente tanti operai dalle campagne limitrofe e dall'Italia tutta, da dover costruire quartieri interi: Mirafiori e appunto, Lingotto.
 Dormitori attorno ai quali poi fiorirono i servizi ed ora restano, brutture edilizie come tante altre, vicine al cuore di Torino, bella, regale ed elegante.
Intorno al Salone, un centro commerciale, nobilitato dalla presenza della Pinacoteca Agnelli.
Al Salone molti espositori e tanti curiosi, perché un libro oramai non è più introvabile, anche se non c'è nella libreria sotto casa, lo si ordina in rete, se poi è un ebook, basta un clic ed è tuo in una manciata di minuti.
Chi va al Salone è un autore, un editore, un lettore, un giornalista del settore.
Chi è un autore acclamato va a tenere conferenze ( la cosa più affascinante del Salone stesso) e a firmare autografi.Spesato. Quando esce, va per iniziative collaterali per Torino, che va comunque raggiunta, il Lingotto non è Torino.Il lettore che ama un autore, guarda la scaletta degli eventi e si reca appositamente per conoscere di persona chi gli ha fatto compagnia con la sua penna.
Prende l'auto, se gli riesce trova parcheggio, si fa una coda boia per il biglietto se non se l'è procurato in rete o prende un treno, che paga, una navetta che spesso è strapiena, allora le preferisce un taxi, sia all'andata che al ritorno e non vede neanche la Mole. E' in periferia e ha sborsato anche 40/50 € per entrare in un posto dove farà degli...acquisti.Meglio Amazon.
Al Salone ci va anche il traduttore (utile) , l'editor ( utile a chi non sa scrivere), l'agente letterario, una figura che fa da intermediario e da filtro e che si fa pagare per leggere romanzi che forse presenterà a un editore, sempre che ne conosca.
Ci vanno i piccoli editori per avere visibilità e giustificare la loro esistenza, ma soprattutto ci vanno gli autori che non sono famosi, che forse lo saranno, che una volta son stati lì lì per esserlo, che hanno le conoscenze giuste ma non riescono a sfondare e odiano Saviano. Lo detestano più di tutti i mafiosi messi insieme.
Si conoscono e riconoscono tutti tra loro, stazionano davanti al banchetto del loro ultimo piccolo editore e fanno i piazzisti, perché se no quello non li pubblica più.
Qualcuno è molto comunista, altri no.Sono di famiglia bene, ma sono "il figlio scemo", quello che non sarebbe mai diventato economista, avvocato di grido, architetto valente o industriale, però a scuola scriveva qualche bel temino, ha fatto persino il classico.C'è anche la tipa che sui quotidiani mette una foto strafiga, poi è un cubo stile moglie di Vito Catozzo.
Gli scrittori che saranno famosi s'invidiano molto tra loro, hanno un capolavoro nel cassetto, odiano Mondadori ma darebbero via il culo per poterci pubblicare,oppure ci hanno firmato un contratto ( con Mondadori o similari)  e prima o poi sfonderanno.D'altra parte sfondano tutti se ben pubblicizzati, guarda Moccia...


Facciamo che 50 € me li spendo in un altro modo, anche se oggi si presenta

" La bottega dell'erborista"

antologia alla quale ho partecipato.


Si compera qui:


C'è anche in ebook, a 3,90 €