martedì 19 novembre 2013

Masterpiece, la Serie B e i gingerini.

Succede che in Italia si dice che ci siano più scrittori che lettori.
Succede che in Italia gli editori, per non fallire, aprono canali a pagamento.
Succede che la tv vuole ficcanasare sul fatto e, in seconda serata, perché si sa, la gente che scrive c'è ma la stessa non legge né s'interessa di lettura, crea una sorta di reality che poi tale non è. Gli aspiranti scrittori che ambiscono alla pubblicazione della Bompiani di Elisabetta Sgarbi non sono confinati a sbertucciarsi su un'isola deserta ( lì c'è andato Busi però...) né sono rinchiusi in una casa zoo a nominarsi a vicenda. Sono invitati a spedire dei manoscritti, selezionati in base a qualche caratteristica telegenica,che va dall'aspetto alla storia personale singolare ma si presume che qualcosa di discreto abbiano vergato. Scelti, si presentano in sei, di sei ne restano quattro, sottoposti al giudizio di una giuria, dei quattro ne restano due, dei due ovvio che ne sopravviva uno, che passa in finale.
Fanno parte della giuria tre scrittori, scelti credo in base agli stessi criteri con cui sono stati scelti i concorrenti: sono adatti al teleschermo, sono De Cataldo, De Carlo e una bellissima signora di colore che mi perdoni l'ignoranza reiterata ma non ne sapevo nulla prima, ora mi son già dimenticata il nome. 
Lo sfondo è la bella città di Torino, dal Museo del Cinema alle balere fino a Don Rambo e alla sua comunità, passando ovviamente per uno studio televisivo..
Insomma: ogni aspirante scrittore, la cui caratteristica è NON avere mai pubblicato con un codice ISBN si presenta, parla di sé, legge qualcosa di un romanzo che la giuria ha ovviamente già letto. Ad alcuni partecipanti infatti il proseguimento è precluso dal primo colloquio. La giuria si esprime abbastanza duramente, anche se con modi da "Bella, brutto e cattivo". La parte del cattivo è assegnata a De Carlo. Tutto, televisivamente parlando, accettabile. E' un gioco. In palio c'è una pubblicazione ma resta un gioco.Ogni partecipante inoltre credo proprio che avrà un buon gettone di presenza. 
Alla lettura del manoscritto grazie al quale sono arrivati fin lì ,a dir la verità si dà scarso rilievo.Si tende ( ma siamo in tivù ù ù ù, per chi non l'avesse capito) a far risaltare il personaggio, la sua capacità di comunicazione, la sua fisicità.
Superata la prima fase, ai quattro ancora in gara si propone un'esperienza in città, a un paio di concorrenti una visita a una comunità retta da un sacerdote d'assalto e agli altri una serata in balera. Dopo tale esperienza diretta, devono scrivere, in 30' in estemporanea, un pezzo, un racconto narrativo. 
Su quattro due sono energicamente sbattuti fuori per l'incapacità di carpire l'interesse del lettore.Ne rimangono due.Dovranno colloquiare con la Sgarbi, in un viaggio in ascensore, fino in cima alla Mole,convincendola della bontà della loro creatura.
Ovvio, uno vince. Tale Lilith, che se n'era uscito, è vero, con una buffa sortita su Fante, che non avrebbe frugato bene gli Inferi come lui.

Ho visto tutto.
Mi sono divertita.
Ho parteggiato per la finalista che non ha vinto ma sinceramente avrei voluto sentir qualcosa di più del suo romanzo.So che ha scritto un fantasy su base autobiografica che è una cosa che non mi piace ma tutto sommato la sua performance non è stata male e in 30', tranne un'infelice frase caramellosa in un contesto che non era tale, ha scritto qualcosa di decente,non meno di quanto si legga qui e là sul web e non solo.

Ebbene, si è scatenata l'ira di Dio.
Non tra aspiranti scrittori esclusi né tra semplici spettatori. Tra scrittori, non notissimi ma discretamente conosciuti, intenti a tuonare allo scandalo. Dove sta l'ARTE!Quale considerazione per la LETTERATURA! Siamo caduti in basso e così sia!
Tutta gente di serie B, diciamocelo, che teme d'essere equiparata alla torma di disgraziati che si permettono di scrivere senza uno straccio di codice.

Sfugge loro un particolare: I loro prodotti sono tali da invogliare a scrivere chiunque.

Se un lettore legge Flaubert, Dostoevskij ,Dickens...resta in religioso e ammirato silenzio.
Se legge molta roba che affolla gli scaffali e magari arriva allo Strega, al Bancarella, al Campiello giù fino alla Sagra del sedano, comincia pian piano in lui a maturare l'idea, a volte insana, di scrivere. della serie: se questo è riuscito a pubblicare questa roba, che ha superato un agente, è stata visionata e modificata da un editor sapiente e infine pubblicata, ci riesco anch'io.

Tale indignazione, che passa per : "non lo guarderò assolutamente, per carità!" Oppure per: "sono dei casi umani, più che degli scrittori" ( e poi leggono Izzo...) fino ad arrivare a farsi riferire e ripetere, fuori contesto, frasi dei concorrenti, è sconcertante e mi fa pensare alla barzelletta dei gingerini.

Un esempio per tutti: una concorrente un po' ingenuotta e banale, nella prova di scrittura estemporanea in 30' con lettura in pubblico, frana miseramente in ciò che De Carlo, giustamente, definisce un compitino. Si scusa così, in modo infelice: "per me la scrittura è un fatto privatissimo, come far la pipì, non mi riesce di scrivere in pubblico e presentare poi il mio elaborato alla gente". Apriti cielo! Fioriscono commenti su facebook( di gente che nooo, non ha visto un programma così volgaaareee) del tipo: " per me scrivere è come fare la cacca".

Era uno spettacolo. Può essere persino che, alla fine della fiera, lo scrittore bravo salti fuori come da Sanremo e Festival è uscito qualche buon professionista della musica.Che si pretende?
Provino loro, i gingerini, a scrivere in 30' qualcosa di espresso che non sia una cronaca spicciola. Li aspetto.

Ah, la barza dei gingerini, dimenticavo: 
alcuni stronzetti arrivano dagli scarichi delle rispettive case alle fogne, grandi, cittadine. Entusiasti, si mettono in testa un tappino del ginger e continuano il viaggio cantando "Siamo tanti gingerini e corriamo verso il mar". Arriva uno stronzetto, appena cagato, vede il gruppo, s'accoda e canta anche lui ma non ha il tappo. Allora gli altri si girano tutti e fanno, in coro:
 " Taci tu, stronzo!"

Ecco, sostituire alla parola tappino del ginger codice ISBN oppure casa editrice.




Nessun commento:

Posta un commento