Ci ha lasciato Rita Levi Montalcini.
Non dico che sia da compiangere, ha avuto una lunghissima vita piena. Un'esistenza in cui ha saputo trarre il meglio dalla sua intelligenza e dalle sue capacità,arrivando a notevoli traguardi e lasciando questo mondo anziana, rispettata, ricca, saggia. Ho un suo libro: "L'asso nella manica a brandelli", scritto qualche anno fa ( ma la lucidità non l'ha mai abbandonata).Ebbene, nel raccontarsi dà qualche consiglio se vogliamo scontato ma sempre utile sulla modalità migliore per vivere:coltivare la curiosità a ogni età, non pensare d'essere arrivati e continuare a studiare, ricordarsi che tenacia e costanza sostengono il talento, che da solo è un bene nascosto agli occhi di tutti. Insomma: la strada che indica è di lavoro e umiltà, ma non quella beghina, falsa, di chi finge di non valere, quella che spinge perennemente a studiare e sperimentare e che include anche compromessi, rinunce e sacrifici, ma che non ne fa un vessillo.Inoltre la neurobiologa afferma che il cervello non invecchia mai. I neuroni diminuiscono, ma i vecchi si ramificano e sono in grado di mantenere memoria e capacità attentive, creative, d'apprendimento.In lei, ma anche in Galilei, Picasso ed altri.
La scienziata è vissuta 103 anni,in questi ultimi non le sono mancati gli insulti, rivolti dall'ala becera del Parlamento, quella per intenderci alla quale l'intelligenza e la determinazione femminili danno fastidio, perché sono l'emblema di un femminismo vissuto nei fatti, senza clamori ma opere concrete.
Ebbene: sono rimbalzati, perché la nostra era una donnina d'acciaio, coriacea ed acuta e ogni lancia si è trovata miseramente spuntata.
Non ha mostrato che la sua intelligenza e le foto in gioventù la mostrano graziosa.
Non va compianta né rimpianta, è morta bene.
Va onorata e salutata come è dovuto a una grande personalità.
Nessun commento:
Posta un commento