martedì 12 febbraio 2013

Dimissioni papali e Italia bigotta

Le dimissioni del Papa hanno un pregio: sono riuscite a distogliere i media da una campagna elettorale pittoresca e squallida, come oramai è diventato questo nostro Paese, chiuso tra particolarismi gretti e ripetitivi.Se ci va bene, fino ad elezioni politiche avvenute, il dibattito sarà su un piano più elevato rispetto alla battaglia delle arance tra Grillo e Berlusconi, dove si fa a chi le spara più grosse. Il primo ondivago tra il giustizialismo e l'autarchia, il secondo arrogante, "televisivo" in senso deteriore,ignorante ( le torri di Washington) o perlomeno disattento, volgare. Oramai supportato soltanto da quei fascisti per i quali avere accanto una Claretta Petacci alle vongole è buon segno e non invece l'evidente esibizionismo di un'Italia malsana, quella che compra poveri e ricchi,  ciascuno con la sua moneta , ma dice bene Renzi, per Berlusconi gli elettori sono consumatori, non offre programma ma merce, 30 denari di Imu - intanto si fa cassa altrove - e l'illusione regalata al maschio latino di poter essere superiore sempre e comunque a una donna che invece teme sempre di più, perché è libera, colta,indipendente e occupa, in taluni casi, il posto che molti uomini vorrebbero riservati a sé o in ogni caso tramandabili per via maschile, ricacciando le femmine in casa o a una funzione meramente riproduttiva.Monti fa il Monti, con quell'aria un poco sinistra di fustigatore perbenista, Giannino sarà ricordato più per la mise da cacciatore di Cappuccetto Rosso che per le idee, per buona parte condivisibili, ma messe un po' in ombra ( e in ridicolo) da un abbigliamento da omino dell'orologio a cucù. Bersani non ha carisma, si spera che abbia almeno buon senso, o i poveri non sapranno più a che santo votarsi.
Il resto è italico folclore veteroqualcosa.
Le dimissioni del Papa spiazzano. 
Danno allo scranno pontificio qualcosa di regale ( abdica), ma lo privano del concetto di sacro caro agli Italiani.
Gli Italiani, specie al sud, ma oramai l'Italia è tutto sud,vogliono le sacre reliquie, la sofferenza, il sangue, i martiri e i beati. Vogliono che si rantoli dal balcone in San Pietro. Vogliono il Santo, la stretta di mano taumaturgica, le stimmate di Padre Pio. Vogliono i torpedoni e i vagoni per Lourdes e altre località madonnare e l'acqua miracolosa in bottiglia. Vivono tra fede e superstizione, si lamentano di quanto la Chiesa s'allarghi nel politico, ma non hanno il concetto di laicità.
Sono bigotti anche gli atei.
 Militanti, ossessivi, propugnatori di moschee e matrimoni gay, magari celebrati dal parroco, quando si sono sposati ( se l'hanno fatto) in Comune, avvolti in una bandiera rossa o nera. Sono atei per dispetto al Papa, ma un Papa deve appunto, esserci. O anche il loro teatrino, decade.
Questo Paese così razionale nella furbizia, privo di sentimenti e di ricerca di affinità elettive, teso a fare gli affari di famiglia, pieno di fratelli e cognati, di nipoti e nonni, che vive per il mutuo e la manutenzione del mattone, per cui avido, gretto, nepotista e clientelare. Questo Paese che per amore non fa niente, ma se ne riempie la bocca e pratica invece la politica più gretta possibile del proprio squallido interesse economico, in ambito religioso invece è totalmente irrazionale. Non sa di teologia,non gli interessa se non a grandi linee la politica vaticana, ma deve chiedere grazie. Ha necessità di un Papa Santo che s'immola visibilmente mentre altri, è chiaro ma non lo vogliono sapere, dietro le quinte, fanno tutto. Mantengono rapporti diplomatici con gli altri Stati, si muovono con cautela tra le mille insidie temporali. La Chiesa resiste da due millenni non per nulla. 
Un Papa che ammette la propria inadeguatezza è intollerabile. Deve fingere. spargere retorica nei discorsi, dare spettacolo di sé, offrire ai fedeli un lembo della veste da stracciare e portare a casa, se si potesse.
L'Islam è vicino.
Siamo in ogni caso un Paese mediterraneo.
Il confine tra i poteri è labile.
La famiglia impera.
La donna vale se ne fa parte, ha figliato, ha un ruolo tradizionale al suo interno, indipendentemente dal suo valore intrinseco. Non importa ciò che è, sa fare, pensa. Dev'essere madre, sorella, moglie,nuora,zia,cognata.Oppure le si concede d'essere un personaggio di potere, ricco, a cui rivolgersi e attingere.Se no è troia, zitella, arrogante, vanitosa, frigida, individualista, egocentrica, autoreferenziale in modo insopportabile,se è bella è vacca e poco intelligente, se è brutta la sua intelligenza è "per compenso", se ha superato gli ...anta, be', è vecchia. Può al massimo fare ancora un buon brodo, ma con la data di scadenza.
E che si vesta in modo adeguato, inoltre ( o le beghine sfasciate hanno da dire la loro...).
Certo, si parla di un'Italia incolta, è vero. C'è da dire però che con il pezzo di carta facile dagli anni Settanta in poi, c'è poco da stupirsi se ci siano tanti imbecilli anche tra gli alfabetizzati.
Che si può fare?
Tenersene fuori.
Non lasciarsi fagocitare dalle esigenze di queste famigliole rapaci e mafiose.
Dai matti bigotti. 
Dai volgari donnamortari.
Famigliole devote. Se non al Papa alla Coop.
Avanti o popolo, andiamo in Chiesa e poi alla Coop a far la spesa.
Quest'Italia orribile dei Centri commerciali, il pilates, le ragazzine che fanno danza moderna, i bambini rumorosi, i genitori allo stadio nel curvone, che mimano la curva anche a casa sul divano, con la lattina di birra accanto.
Quest'Italia da telefilm necrofilo, da youporn, da film americano ( magari in 3D).
Come combatterla? 
Silenzio, per Dio.
Cultura.
Isolamento fatto di libri, quadri, paesaggi.
Soltanto la bellezza esteriore può nutrire quella interiore, salvandola da quest'esercito di maiali infiocchettati.
Sostituendo la birra al bicchiere di porto ( o a un più italiano sangue di Giuda) nel morire della sera, pensando ai più bei tramonti della nostra vita.
Magari leggendo il teologo Ratzinger. Il saggio Ratzinger e non il Santo Padre di figli degeneri.














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