sabato 14 gennaio 2012

Il bruco Edmond

Sarebbe stato opportuno riportare, con certosina fedeltà,tutto ciò che era stato pubblicato sul blog precedente, che molti ancora cercano, se non altro per i riassunti dei romanzi classici, che proponevo in qualità di riflessioni/recensioni, invece non mi va. Ogni cosa che inizia o che ricomincia, necessita una sferzata di novità. Ricomincio da qui, ricomincio da me. La vita è curiosa assai, intanto. Se ne inventa di tutti i colori quando pensi che sia finita, quando  non sei finito tu...Ciò che è stato non ritorna,ma nulla va perduto e rientra nel suo letto, in forme varie, prima o poi, come un fiume che conserva memoria del suo passaggio. A me piace la forma dialogante del blog, quando si parla di sé. E di me vi parlo, ovvero: del bruco Edmond.
Ho acquistato i broccoli, i proletari vituperati broccoli, un tempo disprezzati e ora ripescati dai salutisti perché sani e io aggiungo buoni, anche se li ho snobbati per un periodo lunghissimo della mia esistenza. Invece sono parte di un gustosissimo risotto verde e sono buoni in insalata, lessati velocemente in quanto teneri e si scarta ben poco, se li si cuoce bene.
Qualche giorno fa ho comprato un broccolo, dal verduraio, dal suo banco frigo. Era avvolto nella pellicola.
L'ho portato  a casa e l'ho riposto, con altri acquisti, su un ripiano del frigo, dentro un contenitore. Metà l'ho lessato, per mangiarlo in insalata, un quarto in un secondo momento m'è servito per un gustoso risotto bicolore: una rosa centrale arancione ( alla zucca) e una corona circolare verdina. 
Di broccolo ne è rimasto un pezzetto, in un piatto di vetro opaco, bianco.
Mi pare di vederne muovere una cimetta, guardo meglio: è un bruco. Un grosso, grasso bruco verde che s'è fatto il viaggio orto/negozio, è stato avvolto nel cellophane, è sopravvissuto nel frigorifero anche quando la sua casa/cibo praticamente gli era stata completamente sottratta.
Lo muovo, è vivo.
Fragile, molle, potrei schiacciarlo con un lembo di tovagliolo di carta poi penso: che tenacia, che rassegnazione nelle peripezie, che voglia di vivere. Da un orto pieno di broccoli a un frigo straniero, vivo.
Il coraggio dei fragili mi piace, su quell'isola di broccolo mi pare un sopravvissuto e lo chiamo Edmond, come Dantes.
Lo costringo ad ulteriore trasloco, lo adagio su un letto d'insalata e gli dico: vediamo, se riprendi a mangiare, se ti va bene anche il radicchio,se ne approfitti o te ne vai per casa, cercando la morte avventurosa.
Il tipo resta raggomitolato su di sé per un po', poi comincia a mangiare e defecare.
Il mattino dopo è ancora lì. S'allunga, con la testina, a sperimentare il mondo esterno, strisciando.S'è pappato diligentemente un bel po' d'insalata, facendo il suo dovere di bruco (fortunato). Ha colto il messaggio, ha ripreso  a brucare, il bruco.
Non so di che farfalla sia, né se mai riuscirà a diventare tale (sempre che gli convenga), ma è vivo.
Nella più totale precarietà in balia del destino.
Ha un coraggio da...bruco, Edmond.
Se ti avvicini, t'avverte, sta in guardia. Si blocca, si raggomitola, sta in attesa. Sa aspettare. E' conscio di sé e della sua funzione, Edmond.
Gli ho fatto trascorrere, oggi, una bella giornata. Da bruco viziato. Oltre al radicchio ha il lattughino, la rucola, la valerianella.S'è ficcato sotto una foglia di trevigiana e dorme, credo, così come il cane s'è arrotolato su  se stesso sulla copertina da aeroplano.
Non resta che scivolare sotto il piumone e far parte di una natura ignara, che intanto è lo stesso e il sonno è un premio che Dio concede ai vivi.

4 commenti:

  1. La forza di un bruco. L'ostinata inconsapevole volontà di farcela. Prendo esempio. Mi serve.

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  2. Siamo tutti un po' bruchi, ma dubito che ci si trasformi in farfalle.

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    1. Noi siamo già farfalle ma facciamo finta di non saperlo per paura di dover volare.
      ;-)
      Scusa, non so come mi sia venuta 'sta scemata che forse tanto scemata non è.
      Besos.
      :-)))

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  3. proverò a svolazzare per casa ^__^

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