giovedì 5 aprile 2012

Buona Pasqua


"Il mio autoaugurio è che non passino questi giorni di Pasqua senza un cambiamento. Di sguardo, di polpa, di scorza e di cuore. Le azioni giuste potrebbero poi seguire di conseguenza".Lo leggo sulla bacheca di Simone Guidi.
Sono agnostica. Frequentai in gioventù l'Azione Cattolica, ma non m'è rimasta la fede che guida le azioni, l'ho perduta, a quei tempi una spiritualità compromessa con la prosaica realtà non mi piaceva, ero più alata ( e di alate avevo anche le scapole, ero magrissima :-)
Resto agnostica, anni di miltanza nella sinistra in cui credevo, non m'hanno resa scettica, atea. Non ho la grinta dei militanti austeri che credono nell'Uomo,io penso ancora che l'Uomo sia povera cosa e spesso tradisce il suo cammino. Non mi riesce d'essere animata di senso umanitario verso l'universo mondo, ma neppure di usarlo come stendardo menzognero, come molti han fatto in politica allestendo false rivoluzioni, culminate in restaurazioni. Amo le distinzioni, il merito, diffido della retorica. Non soltanto non sono tutti miei fratelli da abbracciare...non sono neppure cugini :-) alla lontana. Non ammanto di buonismo ipercattolico il mio modo di agire e di pensare, mi sarebbe innaturale...
Tuttavia sono convinta che le radici europee siano cristiane ed illuministe, in un contrasto soltanto apparente. 
In Italia, cattoliche.
Di conseguenza, pur non essendo praticante, osservante, conservando i miei dubbi, restano in me alcuni semi del pensiero cristiano: non saremo tutti fratelli, ma si vive, ride e piange per le stesse cose, a questo mondo. Basterebbe averne la consapevolezza. La ragione non esclude il sentimento. La razionalità non soffoca l'emotività. La concretezza non ci difende dai colpi di testa, la fisicità è debole e china il capo, nella malattia, a ciò che è più forte dell'esistente nella sua singolarità.Bisogna prenderne atto.
Se il Natale è un messaggio di speranza, riporta a quelle pari opportunità che tutti vorremmo agli albori della vita, la Pasqua è la Resurrezione dopo la Morte. La Pasqua è il Dogma per eccellenza, oltre all'accettazione di un figlio carnale di Dio. La Pasqua è il vero scoglio della fede.
Sinceramente,non riesco a superarlo. Per me quel sepolcro non si aprì, non se ne apre nessuno. Nessuno torna tra le nostre braccia, ma simbolicamente il concetto è GRANDE.
Ci tocca risorgere più  e più volte, nel corso della vita.
Ci tocca abitare nuove speranze.
Si deve fare piazza pulita di ciò che del passato frena e rovina la contingenza.
Bisogna archiviare.
E' necessario conservare, distruggere il passato è da incivili...ma occorre prendere atto che le cose mutano.
Le costanti restano, il (disperato) attaccamento a ciò che aveva caratterizzato la vita di ieri è un errore.
Il Rinnovamento personale è un processo perenne.
La Morte fisica è una meta per tutti, ma nel frattempo si prenda esempio dagli alberi: dopo l'inverno propongono al sole le loro nuove gemme.E sono sempre gli stessi alberi...ma qualche ramo va potato.
E non c'è albero che debba essere preso in considerazione al di fuori dela sua collocazione: il giardino, il cortile, il campo.
Ognuno vive la sua settimana santa, ognuno ha diritto alla sua Resurrezione.
Che creda in Dio o no, è un messaggio della cristianità che pare astratto ed è di una concretezza invece ineludibile.

2 commenti:

  1. Uno scritto molto bello, nel quale intravedo quella fede che credi di non avere.
    Buona Pasqua, un bacione.
    annamaria

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