sabato 20 ottobre 2012

Alessandria e il dissesto, letterina a Emanuele Filiberto.


La mia città ha dichiarato default

Fallimento.

Non c'è più denaro.
Sono a rischio i servizi, gli stipendi dei dipendenti pubblici,compresi gli indispensabili, i necessari, brave persone a cui affidiamo la nostra quotidianità, gli interventi di manutenzione straordinaria e forse anche quelli di ordinaria amministrazione.
Il Sindaco di recente nomina s'è recata a Roma,a chiedere aiuto. In città c'è stata una fiaccolata, 4000 per strada.
Sul giornale leggo che soldi per noi non ce n'è. S'aiutano comuni siciliani, ma a noi s'invita a "non applicare un rigore sabaudo" nella gestione del dissesto.
Mi chiedo in che cosa consista il rigore sabaudo,se non è più che una battuta, in quanto ai Savoia di rigore se ne può riconoscere ben poco, erano semmai dei gaudenti e degli ambiziosi, basta vedere almeno una reggia sabauda o qualche collezione reale o principesca per capire che un grande Regno era più una questione di introiti e vanità che senso patrio e poi, sinceramente, quale patria? Una lingua di terra lunga e varia, in cui le mentalità si susseguivano come in un domino e che soltanto l'immigrazione interna ha omologato, grazie ai Pirelli e agli Agnelli un tempo e alla 'ndrangheta ora. Si può al massimo tranciare in tre parti. Quattro, per territorio e mentalità. Una pianura padana attraversata da fiumi potenti e  contornata di monti. Un centro di ducati autoreferenziali, di gente che pensa soltanto  a sé. Roma papalina, intanto ciò che ha di più bello, esclusi i ruderi, è seicentesco o comunque realizzato grazie a  mecenatismo e ambizione dei Papi e dei regnanti che lì stavano appunto bene come Papi, Mussolini incluso.E poi c'è il sud, che i Borboni gestivano bene. Assai bene.Conoscevano i loro polli.
Ora c'è un magma che si chiama Italia, in cui c'è posto per tutti e lavoro nero per molti immigrati.Non è neppure più il blob degli Anni Ottanta, è di più.
Ma che ci dice il buon governo? Che Alessandria è sabauda.
Così ho scritto su facebook:

Qualcuno si stupisce che, nonostante la fiaccolata bellerrima, con 4000 ceri accesi e forse più...a Roma del dissesto alessandrino non importi un fico secco.La risposta è stata di "applicare meno rigore sabaudo". Allora: ad Alessandria non c'è uno straccio di monumento a Vittorio Emanuele II e neanche a Carlo Alberto. Non c'è una statua di Garibaldi, non c'è un busto di Cavour. 
    Di Margherita si ricorda soltanto la pizza ed, ebbene sì, la bagna cauda ci fa un po' senso.Qui si mangiano agnolotti annegati nel barbera.In teoria.Adesso si ciucciano le gambe del tavolo.Qui ai Savoia sono sempre stati rivolti soltanto dei repubblicani pernacchioni, anche per scarso senso artistico, perché ciò che la città ha di bello e gentilizio ( pochissimo) precede il fasto savoiardo.Da queste pagine richiamo all'ordine Emanuele Filiberto, la smetta di frequentare nani e ballerine e venga a conquistarci. Rifacciamoci un Regno tutto per noi.Giuro che gli faccio un monumento con il Pongo.



Per cui, caro Signor Emanuele,ci faccia un pensierino.

Ci basterebbero soltanto i fiumi di soldi versati nella Cassa del Mezzogiorno o il tesoro dei Savoia.




Crozza ha parlato male dell'ex Sindaco, ha parlato di tartufi a Berlusconi e di rose moldave, ipotizzando anche festini. Be',  non ce lo vedo, l'ex Sindaco, in tale veste. Certo è che sprechi ce ne sono stati, ma qualcosa si è anche visto. Corso Roma, la pavimentazione dei giardini, di Piazza Genova, la trasformazione di un centro sportivo per braccini corti ( una spesa morta) in una piscina pubblica.Anche altro, credo.





E sprechi.Errori, persone sbagliate al posto giusto.





Un teatro chiuso, ad esempio.Per incuria.





No, non è stato un buon Sindaco, ma prima di lui quanti sono stati, effettivamente,Sindaci e Presidenti di Provincia o di Regione, onorevoli deputati e senatori, Ministri...quelli che hanno preso soltanto provvedimenti equi, non hanno assunto a frotte parenti , apostoli , adepti di conventicole e compagni e camerati di partito, amanti ? Messo a capo di municipalizzate, banche  e società collegate agli Enti locali amici degli amici dei capetti di partito e dei loro faccendieri, sperperato in consulenze e appalti dati, guarda caso, a studi gestiti da (ancora) amici, parenti, camerati e compagni.

Moltiplica quest'andazzo per tutti i Comuni d'Italia e il rigore sabaudo va a farsi fottere.

Al nord il bauscia straricco.
Al centro le Coop rosse.
Al sud i mafiosi e i camorristi.


Ci vorrebbe un ripiego sul privato, ma mi hanno detto che l'amore romantico non esiste, è soltanto occuparsi di un piccolo orto, che renda due patate e due fagiolini, qualche pomodoro.Sono tutti affezionati ai figli che han cagato, ma soltanto perché li rispecchiano. Se sono figli degli altri, pietà l'è morta.Trombano tutti come conigli , in teoria, in realtà, tra il dire e il fare c'è di mezzo la moda, come prima erano tutti morigerati, da qualche anno in qua vantano imprese titaniche da poverazzi, perché vantarsi della propria sessualità equivale a vantarsi di quanto e come si mangi o si caghi.

Non solo non esiste l'amore romantico, non esiste l'amore di per sé.

E' soltanto convenienza.

Anche l'altruismo, è sindrome di Madre Teresa di Calcutta.

Prendiamone atto.

Ma sono stufa, sono proprio tanto stufa.









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