martedì 23 ottobre 2012

Choosaty il calzino

La Fornero ha ragione. 

Ci si adatta,sul lavoro, è sempre stato così. Soltanto i figli di papà, i ricchi che potevano farsi mantenere fino alla sistemazione ideale, hanno potuto scegliere. Gli altri si sono adattati TUTTI. Vale persino per la vita privata, ben pochi hanno sposato chi desideravano, molti hanno abbozzato.Chi è esigente, in tutto, si rassegni a restare disoccupato a lungo e persino per sempre o a restare solo.

      Funziona così. La vera tragedia è quando si sceglie qualcosa o qualcuno, di testa propria, per poi scoprire che era la cosa più lontana da sé che si potesse immaginare.La realizzazione è per gli eletti e, se volete essere eletti, datevi alla politica ( ma per essere graditi a molti, bisogna aver la faccia come il culo e fa male alla salute).


Era già così ai miei tempi.


In classe eravamo 32.


Metà proseguì gli studi,all'università, di questi la terminò ancora la metà.


Su 32, forti del diploma in possesso,meno di  metà fece un concorso magistrale, qualcuno più di uno. Dei partecipanti, lo vincemmo più o meno in tre, che io mi ricordi. Dei tre, uno proseguì la carriera diventando dirigente.


In pratica, su 32, realizzammo il nostro ...destino di formazione in due.Tutti gli altri fecero altro, fin da subito.Un po' perché avevano preso "il pezzo di carta" per un lavoro che poi, di fatto, non piaceva. Un po' perché stanchi di aspettare di entrare in ruolo.

Sinceramente, io riuscii, ma con un adattamento a monte.Frequentando una scuola che m'interessava poco,ritenevo inferiore alle doti intellettive e divergente dalle ambizioni, ma ognuno dovrebbe saper fare la propria rivoluzione e non tutti ne sono in grado.


Chi ha ambizioni, si dia da fare.

In un'epoca in cui un diploma o una laurea non si nega a nessuno, è chiaro che certe carriere sono destinate a chi ha una famiglia in vista, che sa già come muoversi. Ci siamo illusi sulle pari opportunità? Non esistono. Se sei in gamba, molto determinato, forse ce la fai, ma nessuno ti deve mettere i bastoni fra le ruote, sennò t'accontenti pur con le migliori speranze.Tenendo conto che, forse, ciò che conta è più il senso del dovere dell'obiettivo raggiunto. Fare bene ciò che si deve è motivo di orgoglio.Farsi andar bene ciò che si fa, anche se non ci assomiglia  neppure un po'.



La generazione precedente la mia ha avuto poco o nulla.

La mia ha creduto, in parte, che tutto  fosse realizzabile e ha presto capito che non è mai così.

La giovane prenda atto che,se sei figlio di nessuno, nessuno resti anche con la laurea nel cassetto.A volte, anche lavorando, perché i tuoi diritti acquisiti sono vanificati da orde di postulanti da foraggiare e caste da mantenere.



E i sogni, in fondo al cesso.



C'è chi si sposa per amore  e ne trae la più grande possibile delusione, chi per procura e si sorprende della riuscita dell'affare.

C'è chi, come me, ha sprecato il suo tempo.

Ero esigente, ma almeno uno scampolo di pura volontà va coltivato..








2 commenti: