giovedì 11 ottobre 2012

Asfissia

E' il titolo di un'opera di Angelo Morbelli, conservata ed esposta alla Galleria D'Arte Moderna di Torino,nelle sale dedicate alla Malinconia.
Un'opera di cui è presente un solo pannello dei due originari. Al primo sguardo, l'idea del lusso, delle libagioni sfrenate, del  vino e dei festeggiamenti prendono animo e sguardo. Una tavola riccamente imbandita ed elegante, fiori...abbondanza e disordine, quasi un vortice di passione e dissolutezza,si vedono anche alcuni accessori poggiati su una sedia, cose a terra, poi scorgi una pistola sullo scrittoio.
Realizzi. C'è un delitto? C'è un omicidio? Un suicidio? Un suicidio con omicidio? Un duplice suicidio concordato e un esuberante addio alla vita, celebrato in pompa magna in modo assai prosaico ma elegante.
Nulla tuttavia si vede, lo si deve evincere, in quanto il quadro è una movimentata natura morta. Non c'è anima viva.
In tutti i sensi.
Bellissimo.
Inebriante per forme e colori.
E insolito.
Il pittore alessandrino, vero fiore all'occhiello locale, un grande, un immenso, è più noto per la  pittura sociale. I suoi anziani, i suoi mendicanti, i suoi asili dei poveri...il Pio Ospizio Trivulzio.
Disegno curatissimo, colore a volte appena accennato.
Qui il colore è un trionfo.La vita uno spreco. Il soggetto,d'alto bordo.
Angelo Morbelli è un divisionista. Non di maniera. Non ripete un soggetto ad oltranza, varia dal sociale al ritratto e non disdegna il paesaggio. Semmai lo ama.
Un piccolissimo dipinto, conservato nella pinacoteca di Casale Monferrato ha rapito spesso la mia attenzione, lo feci riprodurre, in classe.Si tratta di una veduta montana, in cui campeggia una pianta fiorita, in primo piano, ma di una semplicità che non ricorda gli eccessi seduttivi di una cartolina.E' più spontaneo, più sottile ed elegante.

La parte mancante di "Asfissia" fa parte di una collezione privata.

E' lapidaria, uccide il fasto di quella tavola da principi. Chiude un capitolo, definitivamente.
Il motivo? Non è dato saperlo.

In Morbelli si sente anche Pelizza da Volpedo così come il Bistolfi.
C'è, nelle mie lande, di un grigio spesso insostenibile, un'afflizione romantica affinché il sogno superi la  vita, così meschina nelle sue tinte volgari  di servotta utilitarista dei desideri delle varie età.

Asfissia alla GAM di Torino:


La tela è piuttosto grande, molto coinvolgente...


Qui,anche il terribile pannello mancante:



Ancora:


Il Natale dei rimasti


Anni fa, in mostra retrospettiva a Palazzo Monferrato,in Alessandria, mi colpì un quadro che emanava calma, eleganza, abbandono...anche nel titolo: "Era l'ora che volge al desio".

Credo sia a Palazzo Forti a Verona. La donna sembra appisolata su una sdraio, su una terrazza rivolta su un panorama lussureggiante...




Ebbene, fissate la nuvola...


Eppure non è pittore di morte.






ma d'amore...











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