venerdì 6 luglio 2012

Un mal di testa da Zeus 4

Smettila di cambiarti la faccia, Amedeo.
Non mi diverte.

E poi passi dall'una all'altra troppo velocemente.
Ora sei quello che ride con gli occhi e non ci si può che innamorare di uno che ti fa sorridere così, dai! D'altra parte ho invidiato la foto di chi, rovesciando la testa, rideva all'indietro, vicino a lui. Rideva, come a tornare ragazza e lui poi un braccio al collo gliel'ha messo, l'hai visto, ma gira gira ritorna. Tutto sommato è convinto, sai, della mia purezza, anche se in soldoni non può valutarla che tra le cose che né si comprano né si vendono.E allora fa: la vita mia son cazzi. E mi sa che lo son la vita di tutti, bello mio. Bello moro.

E tu Amedeo tuffi gli occhi nel carbone e all'improvviso sei un altro, la rosa che non colsi...ma quando è colta, il ciclo è concluso, andate in pace? Ci sono inizi che sono conclusioni, ma si sa, la gente è strana ed io m'accorgo delle cose quando sono già successe.
Poi basta una canzone e sono in un'arena estiva a coltivare un amore che a spremerlo ...soltanto lacrime, eppure si era così belli, così tersi, così capelluti.
"Non si muore per amore", cantano i Profeti.
Macché, la gente ci muore di continuo, ogni giorno, anche se all'apparenza sembra rincorrere il necessario e il superfluo. Il necessario per sopravvivere, il superfluo per vantarsi del proprio successo.
Ma l'amore, Amedeo, non è né necessario né superfluo.Si permette perciò di avere un posto tutto suo tra gli ideali, che non sono pane e neanche oro.
Si muore per il lutto.
Si muore per la perdita.
Si muore per l'insuccesso.
Si muore per malattia.
Si muo re di no stal gia.
Si muore davanti a una propria foto bellissima, di te giovanissima , in cui ti mancava il coraggio, ma quello, diceva Pirandello, se uno non ce l'ha non se lo può dare.
Quelle coraggiose lo prendono a mazzate e se lo portano a casa, trascinandolo per il...ciuffo.
Quelle come me, no.
Ma sì, dammi un buffetto, baciami, stupido.
Tu sì, che mi capisci.
Ma ora sei troppo biondo.



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