venerdì 28 settembre 2012

Bistolfi

Vado a Casale Monferrato per il bookcrossing, porto "Robe da bar" e lo regalerò, mi piace che lo trovi  chi poi lo consideri suo, un regalo a nessuno, un messaggio in bottiglia, a chi vuol recepire, a ipotetiche anime affini. Dare a  qualcuno in particolare è spesso peggio che buttare al vento.Il vento ha una sua nobiltà."Robe da bar" andrà proprio al vento, mi son detta ( tentando di raggiungere chi... al vento avrebbe detto..sì!Il mio amato Lucio).







Giro la cittadina, bellissima, in una giornata di sole. Felice di godermi le  ultime schegge d'estate...e mi giro un po' Casale per diporto, ricordando quante volte ci sia stata, in passato e ognuna stancamente, per vetrine, bar, ristoranti,tutta in tiro...:-)
       Ricordo anche un locale da ballo e morosi che mi rendevano la vita soltanto un'infame banalità, fatta di vuote frivolezze.Amo la frivolezza, colora la vita, ma se ne muore se avviluppata su se stessa. Ora prevale spesso. La gente è buona frequentatrice di palestre e scuole di danza et similia e ben poco di mostre e biblioteche. Ora osservo, ogni angolo mi parla di una severità a modo suo solenne e molto piemontese.




















Il Duomo, la Sinagoga, le piazze, i monumenti ( un Urbano Rattazzi assai più bello e "vitale" di quello alessandrino, rigido e e grezzo,ma ci credo: il casalese è un Bistolfi).



Mentre mangio una fetta di torta all'amaretto sotto i portici al Bar Savoia (un'eleganza retrò che apprezzo da sempre),con il mio "acquisto" al bookcrossing, un Ronchey d'annata, programmo la visita: pinacoteca e gipsoteca del Bistolfi.









Ho preso a iniziarmi al Bistolfi dopo aver visto la gotica

Cappella Bricherasio


« Qui sotto il simulacro in cui l'infinita pietà / della madre dolorosa / volle evocata l'effigie del suo eletto / e il perpetuo lutto onde si cinse il cuore straziato dei suoi / posa la salma del conte / Emanuele Cacherano di Bricherasio / morto a 35 anni il 3 ottobre 1904 / che sotto la divisa del soldato alla coscienza del dovere / educata e temprata la prima giovinezza /a all'alta nobiltà del casato / attinse quindi le volontà costanti e le fervide energie / sdegnoso delle lusinghe di comodi fasti / per dirigere la vita operosa troppo breve / e per la vastità del sogno / ma feconda di iniziative coraggiose e di generose speranze / alle conquiste della rigeneratrice nobiltà del lavoro / imponendo alle genti della sua casta il rispetto / e l'ammirazione e agli umili l'amore / umile egli stesso nella grandezza dell'oprare / grande nell'umiltà del volere. »
Da Wikipedia



      Arte funeraria  a passione piena,di quella che innamora della vita perduta e amoreggia con il dolore.Amo anche Monteverde, allievo del padre del Bistolfi.

 Dunque, si risale a Bistolfi. Sono orgogliosa che Bistolfi e Monteverde  mi siano corregionali se non concittadini stretti.

Mi spiace non ci sia nella mia spenta città una piazza o una via importante a lui dedicata.

Mi ha colpito il monumento a Garibaldi nella passeggiata a mare di Savona,un'altra giornata poco felice, ma scaldata da un sole tardivo e illuminata dai ricordi di Savona nelle parole del passato di mia madre.
Garibaldi è fiero e calmo, il cavallo esce da un blocco che lo trattiene prigioniero con furia vincente. Vince la materia, la domina, come il condottiero, del resto, fa di una penisola l'Italia.



A Verona vidi invece il bel monumento a Cesare Lombroso. Espressione di vivacità intellettuale, quasi segno di fervida irrequietezza ( e scopro di un carteggio, tra i due, che li avvicinava).


Arrivo in Santa Croce ( ma ho già fatto scorta di profumatissimi krumiri, i biscotti casalesi Rossi) e mi accoglie il chiostro con gli affreschi del Moncalvo e,splendida e più o meno a grandezza naturale, mi aspetta la Morte. Talmente bella e sensuale ma altera e fiera, nell'avanzare... che vorrei fissarla nella mente e darle quest'immagine, il giorno in cui saremo a tu per tu, spero lontano.Un'immagine estetica che riesca a vincere qualsiasi idea macabra della Fine ( ricordo il Preside dell'Istituto Magistrale che frequentai, il prof. Garuzzo,che la vedeva come liberazione).





Salgo, visito la quadreria, egregia. 
Una raccolta superba, in una cornice ricca.
Vi sono anche reperti di epoche diverse.
Ci si stupisce come una città di piccole dimensioni abbia un contesto di così grande stile.
Scopro che c'è un secondo chiostro, più piccolo.In esso i resti di una chiesa distrutta, salvati ad opera di un privato. Viviamo ( sempre abbiamo vissuto?) in tempi di buona volontà di singoli.
Suprema emozione però al cospetto del Bistolfi. Me lo immaginavo.
Non c'è un pezzo che non sia maestoso.
Mi si para innanzi una produzione notevole sospesa tra vita e morte e innamorata carnalmente dell'esistenza.Un esempio per tutti: gli amanti ,che scopro appartenenti a un collezionista giapponese.
Ci sono collezionisti...bistolfiani anche in America Latina. Emigrati che, conquistato il benessere, vennero a prendersi il buono della loro terra.Molto spesso da identificare con cibo e arte.


Bistolfi è movimento. Nessuna sua scultura è statica.Dentro c'è il vento.La forza di emergere, la libertà dalla stasi.
Laica. Non è morte cristiana eppure non è triste. Di più. E' morbosamente celebrativa quanto più avvince.


Tant'è che Vittoria e Gloria son spose amabili del Bistolfi.


Testimone ne è il monumento ai Caduti che cerco ai giardini su indicazione della mia gentile guida.
La giornata si condisce di rammarico: quanto stupore perso, con quei cretini del tempo che fu, a rendere me  stessa, agghindandomi per loro,come una viva opera d'arte, inutilmente. A Casale Bistolfi c'è sempre stato, ma non per i miei occhi, presi e tesi verso il basso, di chi voleva consumare me,senza darmi un bel nulla, oltre a umanità fiacche, prive di spessore e lungimiranza.


Sono stata una gran bella ragazza, portata a spasso, in fondo, da mandriani di manze. Delusi,ma non devo loro assolutamente nulla, semmai deploro aver consumato un po' di me stessa con loro ( tempo e sentimenti, la fisicità invece fu per istinto ridotta al minimo, ché il sesso è cosa volgare se non sostenuto da forti sentimenti eppure moneta così comune, in questi anni tristi...).

Ora,Bistolfi, c'è.
Un vantaggio della libertà.
Libertà dagli stupidi.
In fondo sono una scultura di Bistolfi anch'io, uscita  a viva forza dalla pietra della vita.
E sosto ai giardini, avvinta da una bellezza che mi fa dimenticare i passanti.
Leonardi Bistolfi m'innamora, il Bistolfi degli angeli della morte sensuali e femminei, ma anche quello dei monumenti imperiosi.
Ode al Carducci a Bologna.
Al Segantini a Roma.
Delleani.
Fontanesi.
Vittorio Emanuele II.
Zanardelli.

Era figlio di una maestra, me ne compiaccio. Da noi, il seme del sapere, per chi sia fertile.
Definito "poeta della morte", decadentista, scapigliato.
Persino manierista, a vantaggio di una scultura successiva più rozza  e meno lieve.
Che dire? La scultura dopo il Bistolfi è  spesso pesante.Materica.Obesa della sua tridimensionalità.Caricaturale.

Non mi stupisce l'amicizia con Cesare Lombroso,il cui  ritratto è quasi scomodo e con lo sguardo cinico, a ben guardare.Due grandi osservatori dei tratti somatici. Dove non c'è gentilezza dei lineamenti, c'è il nulla o c'è il peggio.
Le figure di Bistolfi non sono eteree (tranne alcune) ma energiche.Romantiche. I ritratti invece sono veritieri.




Ringrazio che sia vissuto, per la mia consolazione.Le arti non sono necessarie, possiedono dunque la bellezza accessoria di ciò che non è indispensabile, ma fanno della materia o della parola creature belle quanto quelle divine.Dio regna negli artisti, non ha luogo umano in cui sopravvivere, se c'è.



grazie, Leonardo.

Molte di queste foto sono mie.
Prossima meta, Sanremo, sulle sue tracce.

Senza dimenticare, di ogni luogo,qualcosa dei suoi altri beni, oltre  al  bello: il buono.







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