sabato 15 settembre 2012

Etrusco sarà lei

Sono reduce dall'aver visto una mostra bella assai.
Nella splendida cornice di Palazzo Mazzetti, che è realmente grandioso, nella città di Asti, è ospitata ancora per circa un mese una bella e ricca mostra sugli Etruschi. Interessanti i reperti, utili i pannelli di corredo, armonioso l'insieme della presentazione, integrativo il video. I pezzi presenti, di una bellezza che lascia sbalorditi. Il senso estetico nell'oggettistica era raffinatissimo. Estremamente essenziale ma di classe a tal punto da far pensare che gli Etruschi non sopportassero più l'idea della morte,tanto si erano costituiti una realtà perfetta. Una vita agiata, oggetti di pregio e di gusto, buoni cibi, gioielli e accessori di una modernità sconcertante, bevande artefatte per qualità organolettiche, unguenti e profumi, cosmetici, danza, atletica...allontanano la morte corredandola di ciò che potrebbe servire per una vita  a venire.Troppo veritieri i volti scolpiti, troppo ricco l'armamentario tombale,troppo gustosa la vita per concepire la disperazione della corruzione fisica,così che si passa da uno spartano incenerimento...a sepolture antropomorfe a ricordo imperituro di presenze attaccate alla vita tanto da non lasciarla andare e dalle scene dipinte sulle pareti delle tombe...una mollezza ormai affettata e decadente che suggerisce l'ipotesi di un mondo oramai sulla via dell'autodistruzione.
Come chiunque abbia osato volere di più.
Chiunque desideri,nella vita, farsi Dio e godere dell'immortalità relativa.
Ed è l'inizio della fine, nel pubblico come nel privato.
Il volo di Icaro.
Nei dipinti gli uomini sono femminei.Senza vigore, anche se sono atleti.
Mi ricorda qualcosa.I modelli odierni, palestrati, depilati.Esibita, una muscolatura fine a se stessa. Un tempo la fisicità era virtù di un eroe di guerra. Epico. Era un guerriero. Era chi aveva diritto a riprodursi nella selezione della razza. Quando l'ideale si fa rarefatto e certe qualità fisiche l'ombra di se stesse, è la fine di una civiltà, anche in senso riproduttivo.Spesso certa bellezza maschile si coniuga con l'omosessualità.Niente da dire,in proposito, ma è anche vero che, senza continuazione della specie,quest'ultima ha terminato un percorso.Forse l'estrema raffinatezza maschile comporta una percentuale di femminilità, che a mano  a mano predomina e come si giunge all'apice allo stesso modo si muore.
Uomini imbelli.
Uomini imbellettati.
Fantasia dandy di un mondo morto ma morto bene.Con eleganza, tant'è che è una morte a volte preferibile alla vita.
Poi però mi chiedo : ma che Etruschi ho visto, io? E mi sovviene della Tebe dalle Sette Porte di Bertold Brecht.Ne lodiamo la bellezza e chi le fece costruire, non chi le costruì: lo sforzo dei poveri, la genialità degli artigiani, la bravura dei tecnici.Tutto a servizio dei potenti e non andiamo  a vedere una mostra sugli Etruschi ma sui ricchi Etruschi.Paghiamo per curiosare come vivevano i Briatore dell'epoca, siamo seri.Siamo al cospetto dei canopi dei Potenti dei tempi.
Nessun atteggiamento deferente, dunque. Siamo di fronte alla testimonianza infinita che chi può vive meglio degli altri e arriva a gonfiare la sua vita di esigenze e vizi sempre maggiori e tanto più pericolosi quanto corrompono il popolo.
Ogni epoca ha avuto il suo eskimo innocente, i suoi morti di fame senza gloria, le sue vite integralmente fallite.

Allora che dire degli Etruschi, dei ricchi Etruschi?Un'eleganza sobria senza pari, con abitudini finemente aristocratiche di gran classe, tanto che a Racconigi, nel 1832, i Savoia ricostruirono un  ben arredato salotto etrusco, per crearsi antenati di pregio.I Savoia erano dei ciucciasoldi tremendi,ambiziosissimi. 

Mio antenato, il fine etrusco?
No, etrusco sarà lei.

Io dico soltanto che la democrazia mi ha permesso di pagare per vedere ciò che ai miei antenati non era permesso di usare o essere.
Tutte le mostre itineranti e no che ricostruiscono i fasti di un popolo, in realtà non lo rappresentano. Testimoniano la vita della classe dominante, che ancora una volta si esibisce e ci buggera.

Contenta di essermi documentata ma con il sorriso  ( o la rabbia ?) sotto i baffi. Non vorrei che tra un millennio o più qualcuno mostrasse i resti di una villa megalattica, con cappella funebre in giardino e dicesse: così vivevano gli Italiani.

Infine, ho invidiato i profumi ( che avvicinavano alla divinità) ma non il vino in cui grattugiavano il formaggio caprino e spezie varie.

Menomale che non ce l'hanno tramandato.


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