sabato 1 settembre 2012

Paralimpiadi e Villaggio

Tutti a criticare  Paolo Villaggio.
Che cosa ha poi detto, a "La Zanzara"?
Che le Paralimpiadi gli mettono tristezza. La mettono anche a me e un po' anche mi sgomentano. Nessuno vorrebbe avere impedimenti fisici di grave entità.Si sopportano con più rassegnazione altri malanni, altre disgrazie...

C'è chi protesta.
In rete ho letto commenti indignati, e va bene.
Altri, totalmente decerebrati,privi della luce dell'intelligenza.Hanno letto ciò che ha detto Villaggio come un'offesa nei confronti di chi sia handicappato.Qualcuno ha tirato in ballo il cinema di Villaggio, sentendosi deluso da un artista "tanto sensibile". Mi vien da ridere. Villaggio è sempre stato crudelmente sincero.Non ha mai fatto sconti. Fantozzi è il ritratto dell'Italiano medio, costretto a una vita umiliante sul lavoro, che si rifà sulla moglie, non ha alcuna soddisfazione dalla famiglia se non un po' di tirannia e s'innamora anche di una racchia prepotente, che ama a sua volta lo stronzo del reame. Ha un amico entusiasta,che è tale perché inconsapevole dei suoi penosi limiti. Ha qualche sprazzo di dignità, di tanto in tanto, ma che serve  a poco. Fantozzi è il ritratto feroce di buona parte di noi.

Questo, il mio commento su facebook.

Retorica buonista delle Paralimipiadi.I giochi olimpici nacquero quando velocità,forza e resistenza erano indispensabili alla guerra e alla difesa personale.Una guerra a corpo a corpo e all'arma bianca. L'attività bellica era sospesa, ma l'atleta era un papabile eroe da esibire.Mostrava coraggio spendibile altrove. Con il tempo il gioco è diventato fine a se stesso ma divertente. Procedendo ancora
 nella follia umana : superamento dei limiti imposti dalla natura, doping, vita spesa in allenamento per sfornare macchine da inutile competizione. L'ultima trovata: le Paralimpiadi, ovvero far gareggiare chi non potrebbe. Superare lo smacco dell'impedimento per spronare chi pensa, colpito da handicap, di non farcela.Una realtà abnorme, ha ragione Villaggio. La vita quotidiana è ben altro.Gli impedimenti restano, banali, macroscopici, nella vita quotidiana, che è poi quella che conta.Muoversi in casa e in città. Provvedere a sé nelle minuterie. Lì, no. Ci vuole la badante. Vivo in un mondo assolutamente assurdo, in cui nulla è finalizzato in senso logico.



In sostanza: le Paralimpiadi sono l'esibizione di una sorta di privilegiati del "settore". Per gli altri: case in cui la maggioranza degli oggetti sono inutilizzabili, scarsa o nulla autonomia,ascensori troppo stretti, rampe inopportune di scale,città piene di ostacoli, mezzi pubblici che nessuno può usare da  solo tranne il taxi.



Per gli altri: una vita quotidiana non autosufficiente. Allora chi se ne frega se qualcuno, con le protesi, corre o gioca 
a palla.






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