domenica 9 settembre 2012

Ultime sorsate di mare.

Il 7 settembre mi sono recata al mare.
Avevo lasciato nell' acquaio le tazze della colazione, non avevo preso la bottiglietta d'acqua, ero sprovvista di biglietto ( fatto al volo), nel borsone non avevo messo il pareo. In treno ho mangiato due pessime merendine di farro, con un ripieno al succo d'agave e mirtillo salutista e di sapore pessimo.Un solo caffè in corpo.
Un viaggio discreto, però.
Sul posto, scelta di uno stabilimento suggestivo, sugli  scogli.

Un lettino strapagato dove non ti puoi voltare, un gruppo di gente che fa il bagno vestita ( musulmana? Non nordafricana però, le donne hanno rossi capelli e sono tutte grasse) che non fa altro che mangiare, mangiare, mangiare pressoché seduta sui miei piedi. Il sole c'è, la scomodità è tale da non  riuscire a goderne davvero.Simpatici, biondi e silenziosi bambini tedeschi giocano educatissimi.Hanno un'abbronzatura dorata, i capelli folti e color dell'oro, le sopracciglia chiare, gli occhi azzurri. Sono composti, non schizzano, sono felici senza esagerazioni. Io fumo.
Mangio un pezzo di focaccia, bevo finalmente un caffè, ma sto meglio finalmente quando bevo un gatorade.
Tutto è scomodo. Scale e scalette anche per raggiungere il bagno.E si fa tardi in un attimo e ho la mente in subbuglio per pensieri miei.Eppure mi fotografo piedi e gambe, sorrido.Sono al mare, in un giorno feriale miracolo che non avverrà più per tutto il 2012, probabilmente...
E' una bella giornata soleggiata.
Mi dico che oggi ci siamo, domani, chi lo sa.
So che domenica un'amica accompagnerà una conoscente al mare.
In un convitto di suore, che è sul mare e ha un parco interno.
La comune conoscente è reduce da una chemio.
Persona avventurosa, abituata a ben altre vacanze, ma questa è la sua unica possibile.
Forse, l'ultima.
Due signore anziane dai capelli bianchissimi prendono il sole in bikini su uno scoglio. Sono in topless. Serene, consapevoli della brevità della vita, allora penso con dolore a chi la rovina,a chi spegne la gioia per cattiveria e stupidità.
Al ritorno io sono oggettivamente contenta.
E' stata una giornata tanto più preziosa quanto forse irripetibile, perché non sappiamo che cosa ci aspetta.
Saluto il mare con mestizia, mi scuso di non essere felice come vorrei, ma non è colpa mia.I disagi perdono di valore. Ero lì, sola, in gamba, viva.
E soltanto gli imbecilli non capiscono il valore delle cose.Uccidono la serenità altrui, avvelenano i bei ricordi.
Io e questo luogo ci conosciamo da vent'anni. Di me ha visto tutto.Se io lo amo, non può che amarmi,a  sua volta.E' un luogo, non è una persona, per fortuna.
Ho vent'anni di foto, qui.
Ho la storia delle mie estati e, qualche volta, non m'ha vista.
Erano estati tristi, di problemi di salute o d'altra natura.
Se ora sono qui, è un momento prezioso.
Oro che non diventa rosso per la vergogna.Lo diventa semmai per l'emozione.


C'è un cielo che spacca.
Un blu del colore degli occhi miei e di mia madre.
Siamo una cosa sola e non c'è odio flebile che tenga alcuna ipoteca sulla tua vita.








Tutto è di una bellezza sfolgorante,anch'io.





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